Ai è un’adolescente dall’esistenza terribilmente dura: la madre l’ha abbandonata molti anni prima, il padre, proprietario di un’azienda di giocattoli in bancarotta, è in fuga dai creditori e non le manda un centesimo. Ai sopravvive come può, portando a abitazione gli avanzi della mensa per la sorellina e lavorando part time in un negozietto. È brava a scuola, ma per permettersi l’università le servono ottimi voti e una borsa di studio. Il-deung è il suo compagno di banco, l’opposto di Ai: figlio di un procuratore rinomato ed esigente e di una abitazionelinga che proietta tutte le proprie ambizioni su di lui, è oppresso dalle pretese dei genitori che lo vogliono vedere primeggiare su tutti. Stressato all’inverosimile, cerca una valvola di sfogo al proprio disagio e non riesce a coltivare relazioni sane con i compagni di classe. Tuttavia, forse qualcuno che ha vissuto quello che ha passato lui e può indicargli la via per salvarsi.
Il parco dei sogni
La dimensione sognante, leggiadra, malinconica e fiabesca in cui vive il Mago costituisce l’aspetto più affascinante di The Sound of Magic. In apparenza diroccato e abbandonato, il suo regno è un castello in miniatura circondato da giardini curati, fiori, siepi e alberi. L’interno del padiglione dedicato alla magia dove vive Ri-eul è ancora più suggestivo, l’enorme ripostiglio di un teatro di posa immerso in una penombra screziata dai raggi del sole e dal lume di candela, pieno di ombre, oggetti antichi e un’atmosfera calda e morbida. Qui, il mago è in grado di riportare alla vita i giochi dei luna park, far volare i cavallini della giostra, muovere la ruota panoramica, riempire il cielo di fuochi artificiali, far nevicare nei luoghi chiusi e trasportare i suoi protetti in immense distese di fiori.
La tradizione del musical
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di Lorenza Negri www.wired.it 2022-05-05 14:00:00 ,